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Continuano le assurde notizie ed oramai viviamo in una serie di Netflix.
Che siamo visionari (e continueremo ad esserlo) è palese, oltre che pericoloso perché le masse non ti credono facilmente, ma la parla, perché abbiamo detto, scritto e ripreso in video tutto ciò che sta accadendo oggi nella realtà.
Ed è da marzo 2020 che bombardiamo i media con messaggi chiave.

Quindi…
Siamo sicuri di aver bisogno di commercializzare come snack o ingrediente?
La del cibo, per noi di è una cosa seria, un mondo infinito di peculiarità, passione e soprattuto convivialità.
Oltre ad essere identitaria negli usi, ricca di tradizioni e di costumi più variegati.
Ve lo immaginate un bellissimo Natale pieno di fritte al posto dei carciofi?
O meglio invece che un buonissimo baccalà in pastella un misto di cavallette pastellate!

Ma non rappresenta solo questo, per noi.
La cucina e le materie prime che utilizziamo sono parte integrante del tessuto economico e di conseguenza del benessere sociale.
Siamo ben consci di vivere in un mondo globalizzato, che si sostiene sugli scambi economici, sociali che purtroppo sfociano nella virulenza.

Comprendiamo che quando un mercato satura per le aziende che lo compongono, si fa viva la necessità di trovarne un altro economicamente fiorente, da aggredire.
Ovvio, quest’aggressione avviene a scapito di chi è già presente sul mercato vergine scelto e spostando gli indici di gradimento e quote di mercato dai “vecchi prodotti” a quelli nuovi.

<<Rischio volentieri di apparire come un conservatore rincoglionito, ma porto con piacere un punto di riflessione riguardo la decisione dell’UE autorizzando il consumo di cavallette e carne di coccodrillo anche nel nostro mercato.>>

Non v’è dubbio che le novità in genere (non le cavallette) sono intriganti perché incuriosiscono, ma spesso ci si dimentica che c’è sempre qualcuno che paga lo scotto.
Quindi mi chiedo; chi acquisterà queste “squisite proposte”? Chi cederà al mistero di proporre un piatto con tali creature? Che reazione si aspettano da una cucina così culturalmente profonda come quella italiana?
Chi inserirà o sostituirà un ingrediente per uno di quelli indicati finora?

Ma la realtà è questa qui, se da una parte l’Ue ci autorizza a commercializzare come snack o ingrediente le cavallette il nostro Ministero della Salute ha approvato poco tempo fa -la direttiva UE- che autorizza il consumo di carne di coccodrillo del Nilo da allevamento.
La nota recita; “carni di rettili e parti commestibili, trasformate o non trasformate, ottenute da rettili d’allevamento che, se del caso, sono autorizzate conformemente al regolamento (UE) 2015/2283 e figurano nel regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione”.
Questa segue quella del gennaio scorso in cui si approvava il consumo di cavallette.

Cari lettori e lettrici, non stiamo qui a discutere sul gusto o sulla di certi cibi, ma ragioniamo insieme a voi riguardo la necessità di imbastardire un settore che nell’ periodo ha faticato troppo, vogliamo invece discorrere dei continui attacchi che la globalizzazione riserva, nei confronti della nostra cucina identitaria.

Vogliamo concludere, di come sia lontana in merito a determinati temi la partitica rispetto a quanto sopra descritto.
Speriamo sia chiaro che gli eccessi portano alla rovina e non ci sarà nulla di buono nell’estremizzare la globalizzazione, azzerando le nostre radici, la nostra identità, perché su questo ne siamo certi, ne pagheremo tutti le conseguenze.


Direttore Generale

Mirko Zuffi
Vice Presidente

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