500’000 € e 300 dipendenti, questo i numeri rilevanti.
Il primo rappresenta l’importo delle bollette arrivate alla catena Caroli Hotel, il secondo i dipendenti che resteranno a casa.
Resteranno a casa, ma in cassa integrazione, e per quanto questa sia una pessima notizia non è paragonabile a quello che sta succedendo e succederà nelle piccole e micro imprese.
Quei 350 dipendenti in cassa integrazione, sono potere contrattuale nei confronti di chi governa.
Le piccole e micro imprese, che sono oltre 4milioni, non hanno la possibilità di mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, queste ultime volenti o nolenti avranno solo due possibilità licenziare o chiudere.
Dovranno scegliere tra pagare le bollette e poter continuare a lavorare o pagare gli stipendi e chiudere a causa del distacco delle utenze.
Ma anche nel primo caso, senza personale, potranno continuare a lavorare in modalità “energy saving”, sicuramente al disotto del punto di pareggio rimandando di fatto la chiusura ai mesi successivi.
La situazione è drammatica, sicuramente peggiore del Covid.
Durante l’emergenza sanitaria venne istituita la cosiddetta Cassa Covid, la quale permise di non licenziare mantenendo attivi gli organici delle aziende.
Oggi per quanti “sforzi” (quali?) abbia fatto il Governo, pare evidente la necessità di provvedimenti più incisivi.
La Cassa Integrazione Bollette potrebbe essere uno strumento.
Non abbiamo nessun piacere a scrivere queste righe, siamo abituati a tirarci su le maniche e lavorare, siamo quelli DEL FARE.
Ma non abbiamo alternative, dato che ci ritroviamo a dover combattere senza armi un problema che non dipende da noi e che la UE sta affrontando in modo del tutto inadeguato facendo emergere tutti i limiti dell’Unione.
Vale la pena ricordare che la situazione è aggravata dall’inflazione che è riuscita a crescere fino all’11.1%, nemmeno fossimo negli anni ’80, incidendo negativamente sul potere d’acquisto delle famiglie, già ridotto dal Covid, e le previsioni di una nuova flessione negativa del PIL per il 2023 peggiorano ulteriormente il quadro d’insieme.
Faccio un piccolo appunto, parlando del famoso rapporto debito/PIL.
Non possiamo indebitarci perché altrimenti questo rapporto peggiora, così dice la dottrina mainstream, ma da un punto di vista strettamente logico, lo stesso risultato si ottiene facendo crollare il PIL per non essere intervenuti aumentando il debito.
Allora la domanda è: meglio aziende chiuse e gente senza lavoro con un rapporto debito/PIL pessimo o meglio aziende aperte e economia attiva con un pessimo rapporto debito/PIL?
E mentre attendiamo l’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo la crisi economica galoppa.
Lo scostamento di bilancio, diventa sempre di più necessario, visto il comportamento difforme delle varie nazioni in Unione Europea.
Raniero Albanesi
Direttore Generale MIO Italia