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E finalmente dopo undici anni, la torna protagonista nel governare l’Italia. Lo fa grazie al voto dei , come espressione della loro volontà. I cosiddetti tecnici, o presunti tali, abbiamo ben visto dove ci hanno portato. E lo hanno potuto fare, grazie alla degenerazione della partitica, che ha potuto cambiare di volta in volta la maggioranza in Parlamento usando lo stesso come fosse cosa avulsa dal corpo elettorale.

Scrive sul Il Dubbio del 26 ottobre il costituzionalista Giovanni Guzzetta, “Le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio , sono finalizzate a richiedere al Parlamento quella “fiducia”che, nella nostra forma di governo, attribuisce all’esecutivo la legittimità di governare, in stretto raccordo con le Camere e la propria maggioranza. Tre parole, dichiarazioni, programmatiche, fiducia, che anche nel lessico comune alludono a una proiezione nel futuro”.

E il futuro ha con se, i fatti. E le piccole imprese italiane, hanno nella loro genetica il fare, cioè i fatti, la concretezza.

Abbiamo più volte scritto e descritto nei minimi particolari, che cosa significa per l’Italia, essere piccole imprese, cioè un unicum nel panorama internazionale. Piccole, a volte micro, ma con quella capacità tutta italiana, fatta anche di genialità, di non aver paura di affrontare l’immenso mare. Di mettersi in competizione con il mondo e nel mondo. Dovunque alligna un italiano, nasce un’impresa, meglio un’intrapresa. Il più delle volte non ripetibile. Caratteristiche che nei secoli, sono state, allo stesso tempo, delizia e croce del nostro essere popolo. Italia come Nazione ha poco più di un secolo e mezzo, d’altronde. Dentro questo condensato, oggi ci ritroviamo con più di quattro milioni di imprenditori, che insieme ai loro dipendenti e familiari, rappresentano un blocco sociale superiore ai quindici milioni di .

Ecco perché si guarda con attenzione all’immediato futuro, alla traduzione in fatti dei propositi del nuovo Governo. In particolar modo, alla ridefinizione del nome dei che raccolgono quanto di prorompente è uscito dalle battaglie nel periodo pandemico. In particolare del M.I.O. ITALIA, Movimento Imprese , che ha portato all’attenzione dei , la necessità di sostenere, con ogni mezzo, LA GRANDE ECCELLEZZA e BELLEZZA, dell’essere piccoli, unici garanti della qualità, delle infinite tradizioni, che si traducono ad esempio in una CUCINA IDENTITARIA, talmente diversa tra paese e paese, fino a sottolinearne ancor di più la volontà e necessità di sentirsi sovrani nei propri confini.

La terminologia è sostanza se si traduce, come scrivevamo all’inizio, in fatti. La SOVRANITA’ ALIMENTARE, moltissime di queste piccole imprese la praticano da sempre. La vivono cercandola ogni giorno intorno a loro e in tutta Italia. Ne fanno un vanto. Altro che chilometro zero. E’ CHILOMETRO ITALIA.

Vivono la propria attività, come fosse una trincea. Questo è da quasi tre anni. Abituati ad accogliere a braccia aperte e con sorrisi, questa è la socialità necessaria a tutti, si sono ritrovate a combattere per l’esistenza. E in tantissimi non ce l’hanno fatta. Gente che non ha mai avuto bisogno di contribuzione pubblica, anzi la detestava, si è dovuta “attaccare” anche a quel 3% che il Governo Conte prima e Draghi poi, hanno concesso insieme all’offerta di indebitarsi con il presunto finanziamento, garantito alle banche, dello Stato.

Resistono, non mollano, hanno coniato lo slogan che ormai tutta Italia conosce, MAI DOMI, che riassume in due parole la loro essenza.

Leggere Made in Italy, per noi FATTO IN ITALIA, chiaro e limpido nel nuovo nome del MISE, ci ha fatto vacillare…ecco perché aspettiamo i fatti…idem per il Ministero del Turismo…tre centrali per la nostra Nazione, per la nostra economia, per la nostra specificità solo italiana.

Anche noi siamo PRONTI. Pronti a contribuire alla rinascita di questa Nazione che ORA, non domani, è nel momento più difficile dal secondo dopoguerra.

Le piattaforme digitali, sono entrate prepotentemente nel mercato italiano, favorite anche dai governi precedenti, contribuendo al cambiamento delle abitudini dei cittadini. Sarà necessario che il Governo riceva le nostre istanze, ci ascolti, ci riceva, sperando che per la prima volta la parola MERITO vada oltre la formazione scolastica. Merito e Cultura. Fanno parte di questo nuovo assetto ministeriale. Ciò vuol dire interconnessione di azioni che ci potrebbero davvero portarci fuori dal guado.

Mio Italia chiede di fare presto. Anche sul fronte “lavoro”, dove da tre anni i problemi si sono moltiplicati, causa una male interpretazione e realizzazione del sostegno ai redditi, che ad esempio in Germania, sono un volano per l’occupazione, per noi sono diventati un vizio.

Il Mio Italia, dopo la sua terza Assemblea Nazionale del 12 ottobre scorso, ha rinnovato i suoi quadri e, ridefiniti anche territorialmente, i suoi dirigenti che appartengono tutti alla categoria dell’ospitalità e dell’. Nuovo Presidente è stato eletto Raniero Albanesi, ristoratore di Frasso Sabino in provincia di Rieti.
In attesa, auguriamo buon lavoro al Governo Meloni.

Ferdinando Parisella
Segretario nazionale M.I.O. ITALIA

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