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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una serie di riforme che vorrebbero lo Stato sempre più marginale riguardo gli interventi economici, necessari al sistema produttivo Italiano.
Questo perché dobbiamo seguire la “moderna” visione che vuole l’Unione Europea.

È fuori discussione quindi, che gli eccessive richieste di “” determinano squilibri economici nei conti pubblici, ma ci sono alcune cose che purtroppo in questa narrativa non vengono prese in considerazione.

Partiamo da un esempio concreto; la crisi energetica, diventata di una gravità spettrale.
A cosa è dovuta quest’ultima?
Indubbiamente dalla speculazione che la borsa di Amsterdam sta facendo sul prezzo del .

Ma cosa ha contribuito ad innescare questa speculazione?
La colpa maggiore arrivano dall’Unione Europea (si veda “Obiettivi e valori” sul sito UE https://european-union.europa.eu/principles-countries-history/principles-and-values/aims-and-values_it) con l’avallo dei singoli stati in materie di guerra, di accordi commerciali e di estera.

Allora perché a fronte di scelte che hanno determinato la drammatica evoluzione che è causa della crisi energetico-economica, lo Stato non si assume le proprie responsabilità anziché varare provvedimenti ridicoli come quelli odierni?
Ve li riportiamo di seguito, aggiungendo che per noi non sono adeguati.
Un Governo serio deve assumersi le proprie responsabilità, soprattutto quando percorre scelte sbagliate a discapito del suo popolo, impoverendolo.
Lo Stato siamo noi cittadini, ma il Governo NO!

Questi incapaci hanno portato la nostra meravigliosa Nazione alla bancarotta, e l’unica cosa che sanno fare è proporre un caleidoscopico credito d’, ergo il Governo non caccia un e getta il dramma sulla schiena delle imprese, le uniche che producono reddito e possono generare credito d’, come la “New Age” dell’economia vuole.

Ma le domande sono:
con un’inflazione ai livelli degli anni ’80, quale sarà il PIL 2022/23?
Inoltre, come pensano di trovare adeguate coperture all’interno di un’economia in fortissima contrazione?

Hanno sbagliato tutto e per questo spero che la storia li condannerà.

Di seguito la mirabolante proposta del Governo del Sig. Draghi:
Credito d’ energia elettrica e alle imprese (art. 6)
Prorogati i crediti d’imposta, a favore delle imprese, per l’acquisto di energia elettrica e naturale. Nel dettaglio:
– alle imprese “energivore” i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media del secondo trimestre 2022, hanno subito un incremento superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019, spetta un bonus pari al 25% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata e utilizzata nel terzo trimestre 2022
– alle imprese “gasivore”, spetta un bonus pari al 25% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel terzo trimestre 2022, per usi energetici diversi da quelli termoelettrici, se il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al secondo trimestre del 2022, dei prezzi di riferimento del Mercato infragiornaliero pubblicati dal Gestore dei mercati energetici, è aumentato di oltre il 30% rispetto al corrispondente prezzo medio riferito al secondo trimestre 2019
– alle imprese “non energivore” dotate di contatori di potenza pari almeno a 16,5 kW, spetta un bonus pari al 15% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica utilizzata nel terzo trimestre 2022, se il prezzo della stessa, calcolato sulla base della media riferita al secondo trimestre 2022 ha subìto un incremento del costo per kWh superiore al 30% rispetto al corrispondente prezzo medio riferito al secondo trimestre 2019
– alle imprese “non gasivore” spetta un bonus pari al 25% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel terzo trimestre 2022, per usi energetici diversi da quelli termoelettrici, se il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al secondo trimestre 2022, dei prezzi di riferimento del Mercato infragiornaliero pubblicati dal Gestore del mercati energetici, è aumentato di oltre il 30% rispetto al corrispondente prezzo medio riferito al secondo trimestre 2019.
I crediti sono utilizzabili esclusivamente in compensazione entro il 31 dicembre 2022, senza applicazione degli “ordinari” limiti annuali (€ 250mila per i crediti da esporre nel quadro RU del modello Redditi e € 2 milioni per i crediti compensabili in F24 o rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale) e sono cedibili, soltanto per intero, ad altri soggetti, con possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate verso soggetti “vigilati”.

Raniero Albanesi
Direttore Generale

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